L’acne rappresenta una delle condizioni dermatologiche più comuni, colpendo non solo gli adolescenti ma anche molti adulti. Questa problematica cutanea si manifesta quando i follicoli piliferi si ostruiscono a causa dell’eccesso di sebo, di cellule morte della pelle e di batteri. Le cause principali dell’acne includono squilibri ormonali, predisposizione genetica, stress e l’utilizzo di prodotti cosmetici comedogenici che possono bloccare i pori.
L’acne si presenta in diverse forme cliniche, ciascuna con caratteristiche distintive. I comedoni, sia aperti (punti neri) che chiusi (punti bianchi), rappresentano la forma più lieve, mentre papule, pustole, noduli e cisti costituiscono le manifestazioni più severe e potenzialmente cicatriziali. La diagnosi accurata del tipo di acne risulta fondamentale per impostare un trattamento efficace e mirato alle specifiche esigenze del paziente.
Il trattamento dell’acne varia in base alla gravità e può includere approcci topici e sistemici. Per le forme lievi, prodotti contenenti perossido di benzoile, acido salicilico o retinoidi topici possono risultare efficaci nel ridurre l’infiammazione e prevenire nuove lesioni. Nei casi più severi, il dermatologo potrebbe prescrivere antibiotici orali, terapie ormonali o isotretinoina. Un piano di trattamento personalizzato dovrebbe considerare non solo l’aspetto clinico ma anche l’impatto psicologico che l’acne può avere sulla qualità della vita del paziente.
Eczema: riconoscimento e gestione efficace
L’eczema, noto anche come dermatite atopica, colpisce circa il 20% dei bambini e il 3% degli adulti a livello mondiale. Questa condizione infiammatoria cronica si caratterizza per arrossamento, prurito intenso, secchezza, desquamazione e talvolta vescicole essudative. I meccanismi patogenetici dell’eczema coinvolgono una complessa interazione tra predisposizione genetica, disfunzione della barriera cutanea e alterazioni del sistema immunitario.
I segni e sintomi dell’eczema variano significativamente da persona a persona e possono essere influenzati da fattori ambientali e stile di vita. Le aree più comunemente colpite includono le pieghe cutanee come gomiti, ginocchia, collo e viso, specialmente nei bambini. La corretta identificazione dei trigger individuali come stress, allergeni alimentari, irritanti chimici o condizioni climatiche estreme può aiutare a prevenire le recidive e migliorare il controllo della malattia.
Il trattamento dell’eczema si concentra sul ripristino della funzione barriera della pelle e sulla riduzione dell’infiammazione. L’idratazione costante con emollienti privi di profumo rappresenta il cardine della terapia quotidiana, mentre corticosteroidi topici o inibitori della calcineurina vengono utilizzati durante le fasi acute. Nei casi più severi e resistenti, possono essere necessarie terapie sistemiche come ciclosporina, metotrexato o farmaci biologici come dupilumab. Un approccio terapeutico multidisciplinare che includa dermatologi, allergologi e psicologi risulta spesso determinante per la gestione ottimale di questa condizione cronica.
Psoriasi: patogenesi e opzioni terapeutiche moderne
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce circa il 2-3% della popolazione mondiale. Si manifesta tipicamente con placche eritematose ben delimitate, ricoperte da squame biancastre, localizzate principalmente su gomiti, ginocchia, regione lombare e cuoio capelluto. La patogenesi autoimmune della psoriasi comporta un’accelerazione anomala del turnover cellulare epidermico, con conseguente ispessimento e desquamazione della pelle.
Esistono diverse forme cliniche di psoriasi, tra cui la psoriasi a placche (la più comune), guttata, pustolosa, eritrodermica e inversa, ciascuna con caratteristiche distintive. La diagnosi si basa principalmente sull’esame obiettivo e sulla storia clinica del paziente, mentre in casi dubbi può essere utile una biopsia cutanea. È importante sottolineare che la psoriasi non è solo una malattia della pelle, ma può associarsi a comorbidità significative come artrite psoriasica, sindrome metabolica e disturbi cardiovascolari, rendendo necessario un approccio olistico alla valutazione del paziente.
Il trattamento della psoriasi è personalizzato in base all’estensione, alla gravità e all’impatto sulla qualità della vita. Per forme lievi e localizzate, corticosteroidi topici, analoghi della vitamina D, retinoidi o inibitori della calcineurina rappresentano le opzioni di prima linea. Nei casi moderati-severi, fototerapia, farmaci sistemici tradizionali come metotrexato, ciclosporina e acitretina, o le più recenti terapie biologiche mirate contro specifiche citochine infiammatorie (TNF-α, IL-17, IL-23) hanno rivoluzionato la gestione di questa patologia, permettendo remissioni prolungate e migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.
Micosi cutanee: diagnosi differenziale e trattamento
Le infezioni fungine della pelle rappresentano un gruppo eterogeneo di condizioni causate principalmente da dermatofiti, lieviti e muffe. Queste patologie colpiscono circa il 25% della popolazione mondiale e possono interessare diverse aree del corpo, con manifestazioni cliniche variabili. I fattori predisponenti alle micosi cutanee includono umidità, calore, contatto con persone o animali infetti, immunosoppressione e uso prolungato di antibiotici.
Le principali tipologie di micosi cutanee comprendono la tinea corporis (fungo del corpo), tinea pedis (piede d’atleta), tinea cruris (fungo dell’inguine), tinea capitis (fungo del cuoio capelluto) e le infezioni da Candida. La diagnosi si basa sull’esame clinico, ma può essere confermata mediante esame microscopico diretto con idrossido di potassio (KOH), coltura fungina o, in casi selezionati, biopsia cutanea. La diagnosi differenziale accurata è fondamentale poiché molte condizioni dermatologiche come eczema, psoriasi o dermatite da contatto possono mimare le infezioni fungine.
Il trattamento delle micosi cutanee prevede generalmente l’utilizzo di antimicotici topici come azoli (clotrimazolo, miconazolo), allilamine (terbinafina) o ciclopirox per le forme localizzate e non complicate. Nelle forme estese, recidivanti o che coinvolgono aree difficili da trattare come unghie e cuoio capelluto, può essere necessaria una terapia antimicotica sistemica con farmaci come fluconazolo, itraconazolo o terbinafina. La prevenzione delle recidive richiede misure igieniche adeguate, come mantenere la pelle asciutta, evitare indumenti sintetici troppo aderenti e non condividere oggetti personali.
Dermatite seborroica: riconoscimento e controllo a lungo termine
La dermatite seborroica è una condizione infiammatoria cronica che colpisce circa il 5% della popolazione adulta, con particolare incidenza in determinate fasce d’età come neonati (crosta lattea) e adulti tra i 30 e 60 anni. Si manifesta con chiazze eritematose ricoperte da squame giallastre untuose, localizzate in aree ricche di ghiandole sebacee come cuoio capelluto, viso (sopracciglia, piega naso-labiale, barba), orecchie e parte superiore del tronco. La patogenesi multifattoriale coinvolge alterazioni della produzione di sebo, proliferazione del lievito Malassezia, predisposizione genetica e possibili disregolazioni immunitarie.
La diagnosi della dermatite seborroica è principalmente clinica, basata sull’aspetto e distribuzione caratteristica delle lesioni. È importante distinguerla da altre condizioni dermatologiche come psoriasi, dermatite atopica o lupus eritematoso, con cui può condividere alcune caratteristiche. In particolare, la distinzione dalla psoriasi del cuoio capelluto può essere complessa e talvolta le due condizioni possono coesistere nello stesso paziente come “sebopsoriasi”. Fattori scatenanti o aggravanti includono stress, cambiamenti climatici, alcune malattie neurologiche come Parkinson e condizioni associate a immunodeficienza.
Il trattamento della dermatite seborroica mira a controllare l’infiammazione e ridurre la proliferazione fungina, piuttosto che a ottenere una guarigione definitiva. Per il cuoio capelluto, gli approcci terapeutici combinati includono shampoo medicati contenenti ketoconazolo, zinco piritione, solfuro di selenio o acido salicilico. Per le lesioni del viso e del corpo, antifungini topici, corticosteroidi a bassa potenza e inibitori della calcineurina rappresentano le opzioni terapeutiche principali. Nei casi più severi e resistenti, può essere considerata una terapia sistemica breve con antifungini orali. La gestione a lungo termine prevede l’uso intermittente di prodotti di mantenimento e l’identificazione e controllo dei fattori aggravanti individuali.
Per saperne di più sui servizi disponibili, è possibile contattare lo Studia della Dott.ssa Marina Conese ai numeri 348/6103461 o 080/7963349, inviare un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica info@dermatologiamedicinaesteticabari.it o, ancora, visitare il centro in Via Raffaele De Cesare 15 a Bari.